Comunicato stampa di ChiariAmbiente
27 Dicembre 2013
Con riferimento all’articolo comparso sul Giornale di Chiari e al comunicato stampa del 18 dicembre 2013 delle Trafilerie C. Gnutti di Chiari precisiamo quanto segue:
- Le fotografie pubblicate recentemente sul nostro sito avevano anche lo scopo di mettere in evidenza le emissioni dai torrini dal capannone principale, emissioni di cui alcuni di noi sono stati comunque testimoni oculari insieme ai pendolari che aspettavano i treni nella mattinata del 13/12/2013 e non del 15dic13, in effetti, però l’effetto dominante che traspare dalle fotografie è quello della colonna di vapore acqueo prodotto dalle torri di raffreddamento;
- Come abbiamo più volte ripetuto le Trafilerie C. Gnutti sono autorizzate dall’AIA in vigore alle seguenti emissioni diffuse riportate nella tabella “C2 ter – situazioni con possibilità di emissioni diffuse” di pag. 25 dell’Allegato Tecnico:
La situazione delle emissioni diffuse è riassumibile nella seguente tabella:
Condizioni operative anomale |
Frequenza |
Impatto ambientale |
Rifusione delle billette deformate |
Circa un turno ogni 2 settimane |
|
Avvio del forno a crogiolo C.C. Innse | Massimo 6 volte/anno | |
Cambio lega alla C.C. Krupp | 3 – 4 volte/anno | |
Cambio lega alle lingottiere statiche | 10 volte/anno |
- Non deve quindi stupire che episodi di questo genere possano avvenire anche di giorno. Probabilmente la fonderia non riesce sempre a pianificarle nelle ore notturne. Resta il fatto che queste emissioni possono contenere sostanze pericolose per la salute, anche in concentrazioni superiori alla norma in quanto non trattate dagli impianti di filtrazione a secco. Per questo motivo ChiariAmbiente ha chiesto più volte la loro sostituzione con pratiche operative meno inquinanti o almeno di ridurle al minimo. Questo invito non è stato accolto dal Sindaco e dall’Amministrazione Comunale che ha approvato l’AIA senza avanzare richieste in merito. Anche nella revisione/rinnovo dell’AIA in corso di approvazione, non vi è traccia di una correzione di rotta su tale argomento.
- In merito al paragone con l’ILVA di Taranto, che in questo caso non è stato avanzato da ChiariAmbiente, la nostra associazione è molto interessata al confronto sulla salute pubblica. Perché se nell’Ovest Bresciano le malattie legate all’inquinamento ambientale sono maggiori che a Taranto nessuno interviene?
Come mai l’ASL non fa nulla anche dopo aver rilevato che alcune malattie nell’Ovest Bresciano sono più diffuse che nel sito “SIN di Brescia”?
- Perché è stata disattivata la centralina del PM10 fatta acquistare al comune di Chiari dalla precedente Amministrazione? Perché non è stata eseguita la campagna d’indagine sugli inquinanti pericolosi di origine industriale che l’ARPA aveva pianificato anche a Chiari (come prescritto dalle leggi in vigore)? Perché non abbiamo mai misurato la quantità delle diossine, PCB e IPA presenti nell’aria che respiriamo a Chiari? Perché la Regione Lombardia non adotta dei criteri per valutare il rischio e il danno sanitario della popolazione esposta ad un livello d’inquinamento rilevante? In altre regioni questo è già stato fatto.
- Tutti insieme (Compreso il giornale di Chiari) dobbiamo trovare la serenità, la serietà e soprattutto il coraggio di affrontare i temi ambientali in maniera scientifica e con spirito di verità, solo cosi si possono avere risultati più rapidi e più efficaci nella tutela della salute pubblica. Non possiamo continuare ad ignorare l’interminabile catena di sofferenze che è determinata dalla malattie legate all’inquinamento ambientale.
- In un momento di crisi economica dalle radici profonde, emergono i drammatici contorni di un danno ambientale, frutto amaro di uno sviluppo e di un’industrializzazione selvaggia, dove il primato era solo e soltanto il produrre a qualunque costo, anche umano. Nella caduta di un sistema economico globale, scollegato dai valori di bene comune e di comunità, oggi ci troviamo a discutere se è prioritario il posto di lavoro o la salute umana dentro e fuori dalla fabbrica. Noi pensiamo che il lavoro sia uno strumento per vivere e non possiamo accettare di produrre il pane che ci avvelena. Il lavoro e l’ambiente sono due facce della stessa medaglia ed è necessario trovare un equilibrio e un’armonia che rispetti entrambi: il ricatto tra lavoro e ambiente non è più accettabile in una civiltà avanzata. Non si può tornare indietro e ignorare le nuove sensibilità sull’ambiente sempre più diffuse.
- La Lombardia ha una delle più alte concentrazioni di fonderie (acciaio, alluminio, leghe di rame), si produce gran parte dell’acciaio d’Italia e Brescia ne detiene il primato. Le Trafilerie C. Gnutti hanno aderito al consorzio “Ramet” (dell’A.I.B.) e hanno siglato un accordo di autoriduzione delle emissioni in aria (- 80% per le emissioni di diossine in aria, dall’attuale limite consentito di 0,5 a 0,1 ng/Nm3, e – 50% delle polveri emesse in aria). Tale riduzioni dovrebbero essere recepite dall’autorizzazione (A.I.A.) in corso di rinnovo a partire dal 31 dicembre 2013. Perché non ci sono informazioni in merito?
Perché l’Amministrazione tace ed il neo Assessore all’Ambiente non coinvolge il Consiglio Comunale?
Perché ChiariAmbiente non ha potuto presenziare alle conferenze di servizio sull’A.I.A. delle Trafilerie? Dai verbali delle Conferenze di Servizio sembra che si stiano facendo dei passi indietro anziché dei progressi nel senso auspicato.
Perché non si utilizza il grosso investimento della ex Durpress per fare una seria valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) che permetterebbe anche di fare una valutazione estesa sulla salute pubblica nella nostra città?
Perché in questo grosso investimento industriale si vuole evitare l’autorizzazione integrata ambientale (A.I.A.)?
CHIARI 27 dicembre 2013
Giuseppe Ramera
Presidente di ChiariAmbiente Gruppo Ambientale di ACLI Anni Verdi